Cursed - Il verbo giusto
- Redazione ESSE A
- 30 apr
- Tempo di lettura: 1 min
Dalle battle alle barre introspettive: con ESSERE, Cursed si mette a nudo e alza il livello.

C’è chi usa la musica per dimostrare qualcosa, e chi la usa per capire qualcosa. Cursed, con il suo nuovo progetto ESSERE, sceglie la seconda strada, quella più scomoda, ma anche la più vera.
Il rapper salernitano, attivo sin dal 2017 e noto per le sue partecipazioni a battle di livello nazionale, dalle dirette su Radio Deejay fino al palco del Giffoni Film Festival, condiviso con artisti del calibro di Shade e Fred De Palma, ha ormai preso una direzione precisa: raccontare sé stesso, senza maschere, né sovrastrutture.
ESSERE non è solo un titolo. È una dichiarazione d’identità. Un EP nato a Londra, in un periodo in cui l’artista ha scelto volontariamente il silenzio del distacco per ritrovare la propria voce. E l’ha fatto fondendo Cursed e Simone, l’artista e l’uomo, in un’unica figura coerente. Nessuna posa, nessun filtro: solo musica, pensieri, dubbi, paure e consapevolezze.
Il progetto suona come un diario emotivo messo in rima, con produzioni intime che accompagnano un flow maturo, riflessivo, a tratti ruvido ma sempre sincero. Si avverte chiaramente la volontà di lasciarsi alle spalle le competizioni di stile e concentrare tutto sull’essenza. Perché oggi Cursed non vuole più “apparire”: vuole semplicemente essere.
E questo lo rende, paradossalmente, più forte. Più riconoscibile. Più necessario in un contesto dove la verità spesso si sacrifica in favore dell’hype.
Con ESSERE, Cursed non cerca l’approvazione. Cerca chi si riconosce. E in questa onestà c’è la sua forza più grande.
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